Nella settimana di riposo della Serie A, per gli impegni della Nazionale del neo tecnico Antonio Conte, si tirano le somme di questo primo mese del Napoli. Per la verità si sta facendo una gara a scaricabarile, del vorrei ma non posso, del volevo restare a Napoli ma non si poteva e di tante altre discussioni che in questo preciso momento sono deleterie per tutto l'ambiente azzurro. De Laurentiis, colpe o non colpe, ha chiesto di fidarci della squadra che è più competitiva dell'anno scorso. Per quanto riguarda gli acquisti fatti e quelli che si potevano fare e non si sono concretizzati, solo loro nelle stanze di Castel Volturno conoscono la verità. Noi tifosi lo possiamo solo immaginare, farci delle idee, ma non ci è dato di sapere qualcosa di ufficiale.
Quello che sta mettendo a dura prova la fiducia, la stima nei confronti di Benitez e della Società, sono le tante chiacchere derivanti dai calciatori che sono andati via. In silenzio fino a quando non hanno messo la firma sul contratto con il nuovo club. Ultimo in ordine di tempo è stato Goran Pandev. Amato dai noi tifosi, ha dato sempre una mano alla squadra quando è stato chiamato in causa, dopo aver chiuso il contratto con il Galatasaray di Cesare Prandelli, ha dato sfogo a tutta la sua amarezza. In un'intervista al Il Mattino ha fatto capire che le colpe dei trasferimenti di Bherami, Dzemali, Cannavaro, Fernandez e suo, si devono attribbuire a Benitez. "A un certo punto ho immaginato di chiudere la carriera in maglia azzurra, questo mi è dispiaciuto. Anche perchè non l'ho capito, ho avuto un rapporto straordinario con i compagni e con la società. Napoli è stata una scelta con il cuore tre anni fa, quando ho deciso di ridurre l'ingaggio che percepivo all'Inter e di accettare questa proposta. I primi due anni con Mazzarri sono stati fantastici, abbiamo vinto la Coppa Italia e conquistato due volte la qualificazione in Champions League e credo che nella stagione del secondo posto avremmo potuto vincere lo scudetto ma trovammo una super Juve". Alla domanda su quando, secondo il macedone, si è incrinato il rapporto con la squadra ha risposto così: "Dovete chiedere a Benitez, non a me, perchè sono andato via da Napoli. Ho sempre rispettato l'allenatore e le sue scelte, mai un litigio. Mi sono impegnato al cento per cento e, quando ho giocato, ho fatto quello che lui mi chiedeva. Piuttosto, faccio un'altra osservazione...Quando sono arrivato a Napoli tre anni fa, ho trovato un grandissimo gruppo. C'era affiatamento e ci sono stati importanti risultati: siamo arrivati al secondo posto e abbiamo conquistato la qualificazione in Champions. Nell'ultima stagione invece il Napoli si è piazzato terzo e non parteciperà alla prossima Champions. Su questo bisogna riflettere. Io non giudico, le scelte sono fatte dalla società, con cui, ripeto, ho avuto un'ottima relazione".
Gli viene chiesto in modo esplicito se allora la colpa è da attribbuire solo al tecnico spagnolo. "I fatti dicono che il Napoli di Mazzarri è stato, pian piano, smontato. Prima è andato via Cannavaro, poi Behrami, Dzemaili, Pandev... Un anno fa sono arrivati tanti nuovi giocatori, alcuni forti come Higuain, e non c'è stato alcun problema personale per me: ho legato molto con il Pipita, ad esempio. La società ha deciso di voltare pagina quando è andato via Mazzarri, ma non capisco perchè si sia chiuso così bruscamente, da un momento all'altro, un ciclo che aveva dato tante soddisfazioni ai tifosi: questo mi ha turbato". E' evidente il malcontento del giocatore, la certezza che sia stato Benitez a non volerlo più in rosa lo rattrista ancora di più. A Napoli ha vinto due Coppe Italia, è stato l'autore della doppietta alla Juve nel 2011, alla domanda cosa porta con sè di Napoli e cosa augura ai tifosi risponde senza pensarci: "I festeggiamenti per le due Coppe Italia, anche se l'ultima, quello dello scorso maggio, è stata turbata dalla morte di Ciro Esposito. Napoli regala emozioni straordinarie, i tifosi trasmettono grande energia. E come potrei dimenticare la doppietta alla Juventus nel 2011? Che urlo ascoltai al San Paolo. Vincere lo scudetto, come ha detto il presidente De Laurentiis. Lo spero per i tifosi, meriterebbero questa grande gioia. Ho immaginato spesso, dopo una vittoria importante e la Coppa Italia, cosa sarebbe potuto accadere a Napoli per lo scudetto... Eppure, non sono mancati gli investimenti, ma certi successi, a mio avviso, si ottengono consolidando una struttura, creando il gruppo, perfezionandolo senza stravolgerlo. Questa continuità porta identità di squadra, mentalità e risultati. Farò sempre il tifo per il Napoli". Parole e pensieri di chi ama Napoli ed i napoletani, certo è che in questo momento, tali frasi, non fanno altro che peggiorare la fiducia che il popolo azzurro nutre verso Benitez e De Laurentiis, la gente non sa da che parte schierarsi. Ma sopratutto la paura di fare un campionato mediocre è tanta. Le altre si sono rinforzate, hanno in rosa due squadre e con tanti giocatori di valore. Il Napoli ne ha 11 contati, riusciremo a raggiungere la promessa fatta da De Laurentiis ad inizio stagione?
Quello che sta mettendo a dura prova la fiducia, la stima nei confronti di Benitez e della Società, sono le tante chiacchere derivanti dai calciatori che sono andati via. In silenzio fino a quando non hanno messo la firma sul contratto con il nuovo club. Ultimo in ordine di tempo è stato Goran Pandev. Amato dai noi tifosi, ha dato sempre una mano alla squadra quando è stato chiamato in causa, dopo aver chiuso il contratto con il Galatasaray di Cesare Prandelli, ha dato sfogo a tutta la sua amarezza. In un'intervista al Il Mattino ha fatto capire che le colpe dei trasferimenti di Bherami, Dzemali, Cannavaro, Fernandez e suo, si devono attribbuire a Benitez. "A un certo punto ho immaginato di chiudere la carriera in maglia azzurra, questo mi è dispiaciuto. Anche perchè non l'ho capito, ho avuto un rapporto straordinario con i compagni e con la società. Napoli è stata una scelta con il cuore tre anni fa, quando ho deciso di ridurre l'ingaggio che percepivo all'Inter e di accettare questa proposta. I primi due anni con Mazzarri sono stati fantastici, abbiamo vinto la Coppa Italia e conquistato due volte la qualificazione in Champions League e credo che nella stagione del secondo posto avremmo potuto vincere lo scudetto ma trovammo una super Juve". Alla domanda su quando, secondo il macedone, si è incrinato il rapporto con la squadra ha risposto così: "Dovete chiedere a Benitez, non a me, perchè sono andato via da Napoli. Ho sempre rispettato l'allenatore e le sue scelte, mai un litigio. Mi sono impegnato al cento per cento e, quando ho giocato, ho fatto quello che lui mi chiedeva. Piuttosto, faccio un'altra osservazione...Quando sono arrivato a Napoli tre anni fa, ho trovato un grandissimo gruppo. C'era affiatamento e ci sono stati importanti risultati: siamo arrivati al secondo posto e abbiamo conquistato la qualificazione in Champions. Nell'ultima stagione invece il Napoli si è piazzato terzo e non parteciperà alla prossima Champions. Su questo bisogna riflettere. Io non giudico, le scelte sono fatte dalla società, con cui, ripeto, ho avuto un'ottima relazione".
Gli viene chiesto in modo esplicito se allora la colpa è da attribbuire solo al tecnico spagnolo. "I fatti dicono che il Napoli di Mazzarri è stato, pian piano, smontato. Prima è andato via Cannavaro, poi Behrami, Dzemaili, Pandev... Un anno fa sono arrivati tanti nuovi giocatori, alcuni forti come Higuain, e non c'è stato alcun problema personale per me: ho legato molto con il Pipita, ad esempio. La società ha deciso di voltare pagina quando è andato via Mazzarri, ma non capisco perchè si sia chiuso così bruscamente, da un momento all'altro, un ciclo che aveva dato tante soddisfazioni ai tifosi: questo mi ha turbato". E' evidente il malcontento del giocatore, la certezza che sia stato Benitez a non volerlo più in rosa lo rattrista ancora di più. A Napoli ha vinto due Coppe Italia, è stato l'autore della doppietta alla Juve nel 2011, alla domanda cosa porta con sè di Napoli e cosa augura ai tifosi risponde senza pensarci: "I festeggiamenti per le due Coppe Italia, anche se l'ultima, quello dello scorso maggio, è stata turbata dalla morte di Ciro Esposito. Napoli regala emozioni straordinarie, i tifosi trasmettono grande energia. E come potrei dimenticare la doppietta alla Juventus nel 2011? Che urlo ascoltai al San Paolo. Vincere lo scudetto, come ha detto il presidente De Laurentiis. Lo spero per i tifosi, meriterebbero questa grande gioia. Ho immaginato spesso, dopo una vittoria importante e la Coppa Italia, cosa sarebbe potuto accadere a Napoli per lo scudetto... Eppure, non sono mancati gli investimenti, ma certi successi, a mio avviso, si ottengono consolidando una struttura, creando il gruppo, perfezionandolo senza stravolgerlo. Questa continuità porta identità di squadra, mentalità e risultati. Farò sempre il tifo per il Napoli". Parole e pensieri di chi ama Napoli ed i napoletani, certo è che in questo momento, tali frasi, non fanno altro che peggiorare la fiducia che il popolo azzurro nutre verso Benitez e De Laurentiis, la gente non sa da che parte schierarsi. Ma sopratutto la paura di fare un campionato mediocre è tanta. Le altre si sono rinforzate, hanno in rosa due squadre e con tanti giocatori di valore. Il Napoli ne ha 11 contati, riusciremo a raggiungere la promessa fatta da De Laurentiis ad inizio stagione?
Francesco Ricciuto
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