Partita di ritorno, si temeva il peggio al San Paolo. Scontri, disordini, ed invece non successe nulla di tutto ciò. Anzi assistemmo (chi vi scrive era presente) al capolavoro dei napoletani: ironia, superiorità intellettuale e spirito comico degno della famiglia De Filippo e Totò.
Iniziò la partita, le curve in assoluto silenzio ,si ascoltavano solo i cori infamanti veronesi. Nessuna risposta dalla famosa curva B del San Paolo e si andò avanti così per tutto il primo tempo. Quando inziò il secondo l’Arte emerse con tutta la sua forza. Nella suddetta curva piano piano si srotolò un gigantesco striscione che la coprì per intero: “Giuletta è na zoccola”. Ovazioni e applausi. Genialità allo stato puro, ironia e civiltà dei napoletani che con poche parole buttarono giù il mito dell’incolpevole interprete di Shakespeare. 19.900 spettatori presenti in curva B tirarono su banane in plastica, salutando la dipartita veronese che a fine campionato perse gli spareggi e retrocesse. Da quel momento in poi lo striscione è stato sempre presente nelle sfide tra le due squadre. Talvolta con varianti: "Giulietta è na zoccola e Romeo cornuto". Ma c'è sempre stato. Per 25 anni.
Scritta che è stata l’emblema di tanti libri con i contenuti degli striscioni, venne, ed è considerato ancora oggi, lo striscione più bello e geniale di sempre! Domenica le due squadre si affronteranno di nuovo. Sono epoche completamente diverse. Ma a noi tifosi veri, piace ricordare quel preciso episodio. Quello "sfottò" che è rimasto nella storia. Ha lasciato il segno. E non ha causato vittime nè feriti. La Società Calcio Napoli ha chiesto, come già fatto dalla Juventus, nel caso il ricorso contro la squalifica dello stadio non venga accolto, di far entrare 10.000 bambini allo stadio. Loro almeno, con la violenza non c'entrano nulla. Aspettiamo di vedere se avremo lo stesso trattamento riservato ai bianconeri.
Intanto ieri Mister Benitez è stato docente per un giorno all’Università Federico II nel dipartimento degli Studi Umanistici. Di fronte gli studenti della terza Edizione del Premio Vico. Queste le sue parole:
“Vi esorto a non andare via da Napoli, Napoli ha bisogno di voi, menti eccelse, lavorando tutti insieme si possono raggiungere obiettivi. Vi ricordate il mio Liverpool quando recuperò il Milan in finale? Bene quella vittoria fu di un gruppo e non di un singolo”
di Francesco Ricciuto
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