venerdì 29 luglio 2016

Gemellaggio con la Roma: l'assurdità che più ci piace!

Ci volevano i "tradimenti" di Higuain da una parte e Pjanic dall'altra per far trovare i tifosi delle due squadre nuovamente vicini.  Circola sul web da qualche giorno, infatti, la notizia di un possibile gemellaggio tra le tifoserie di Napoli e Roma. Non so quanto ci sia di vero ma a me piacerebbe davvero che lo fosse. Gemellaggio è una parola che, visti i recenti trascorsi, suona abbastanza "strana". Però non dimentichiamoci che anni addietro esisteva davvero il gemellaggio tra i tifosi del Napoli e della Roma

Fino al 1987/88 Napoli e Roma, infatti, erano due tifoserie che andavano perfettamente d'accordo. Il "derby del sole" era una festa. Al San Paolo come all'Olimpico. Scambio di bandiere. Giro di campo nella pista d'atletica insieme. Sciarpe azzurre e giallorosse si mischiavano nelle curve. Il "Commando Ultrà della Curva Sud e quello della Curva B" andavano a braccetto. Volendo esagerare, si potrebbe dire che non era solo un evento calcistico. Era come il CentroSud d'Italia che si opponeva allo strapotere del Nord. Insomma...non si parlava affatto di agguati, risse, colpi di pistola o tutto quanto abbiamo vissuto nel recentissimo passato. E per circa un decennio è stato così. La rottura avvenne proprio nell'anno 87-88 quando le due squadre si affrontarono all'Olimpico. I giallorossi erano in vantaggio grazie a Pruzzo. Il Napoli ridotto in nove uomini per le espulsioni di Careca e Renica. Da un corner calciato da Maradona nacque l'occasione del pareggio firmato da Francini: 1-1. Salvatore Bagni pochi istanti dopo passò alla storia...Carico d'adrenalina, infatti, corse sotto la curva giallorossa facendo il classico gesto dell'ombrello. Il calciatore partenopeo motivò il gesto spiegando di aver udito cori irrispettosi dei tifosi della Roma nei confronti dei napoletani per tutta la partita

La verità è che i rapporti si stavano già "deteriorando" da qualche tempo. Più precisamente da quando il Napoli acquistando Maradona era diventato il primo vero avversario delle squadre del Nord che dominavano il campionato rubando, di fatto, la scena alla Roma. E poi, non meno importante, fu l'acquisto da parte della società partenopea della bandiera laziale Bruno Giordano, odiatissimo (ovviamente) dai giallorossi. Il gemellaggio subì un duro colpo. Dalle curve non si sentivano più cori festosi ma piuttosto di disprezzo nei confronti di Giordano da una parte e di Bruno Conti dall'altra. Non avvenne più lo scambio di bandiere e gagliardetti ma, al contrario, dagli spalti piovevano oggetti contro i tifosi avversari. Era l'inizio della fine. Un disprezzo divenuto odio che è accresciuto nel tempo. 

Fa strano parlare di bandiere e valori. Di calciatori che vivono un senso d'appartenenza fortissimo alla città nella quale giocano. Non ci sono abituato visto il calcio moderno. Il concetto di difendere la città io e i miei coetanei lo abbiamo vissuto con Higuain o Pjanic...è un attimino diverso. Però tra tutte le cose assurde mi potrebbe andare benissimo che per riavvicinare le tifoserie di Napoli e Roma ci siano voluti i tradimenti di questi due giocatori. Si, dall'altro lato, è un po' come dire il nemico del mio nemico è mio amico. Eticamente non è proprio corretto. Ma tanto stiamo parlando di cose strane. Assurde. Allora io coglierei questa assurdità al volo per mettere fine a una rivalità che francamente non condividevo già prima dei tragici fatti della finale di Coppa Italia. E' una rivalità stupida. Tra popoli (ancora prima che tifosi) che si assomigliano in molte cose. E poi a chi fa comodo tutta questa ostilità? A chi serve? Giova a qualcuno? Io credo di no. Da napoletano raccolgo immediatamente l'iniziativa nata sui social (ad opera di Tribù Giallorossa ad esempio) per mettere fine alle rivalità ed iniziare un nuovo gemellaggio tra le tifoserie già dal prossimo Ottobre quando al San Paolo si affronteranno Napoli e Roma

Voi ci state? 

di Giuliano Bara

 

lunedì 25 luglio 2016

Higuain passa al nemico e ADL registra un'altra plusvalenza

E' dura da mandare giù. Inutile negarlo. Però vale la pena fare qualche ragionamento sulla vicenda Higuain. Troppo facile prendersela con l'attaccante argentino che, per inteso, non si è comportato bene. Volendo usare un eufemismo. Di tutte le squadre possibili è andato ad accettare proprio la rivale storica dei partenopei quando fino a due mesi fa ballava e saltava sotto la curva intonando "un giorno all'improvviso" e "difendeva la città". Si è schierato con quei tifosi, o almeno una buona parte, che gli augurava di essere lavato col fuoco del Vesuvio. Una decisione presa tra l'altro nel peggiore dei modi possibili. Senza far trapelare niente, facendo visite mediche di nascosto. Con un contratto già concordato e al quale mancava solo la firma. Ha pianificato la "fuga" da Napoli per passare alla peggior rivale possibile come un ladro. In perfetto stile Juventus insomma. Si è già calato nella parte che ha deciso di recitare per i prossimi anni

Noi tifosi (napoletani) però abbiamo il "difetto" di essere persone di cuore. Ci affezioniamo molto e rapidamente alle persone e quindi ai calciatori che vestono la maglia azzurra. Poi, come è già capitato in passato, ci scottiamo quando scopriamo che tutto l'affetto che diamo viene TRADITO barbaramente. Siamo irrimediabilmente dei romantici. Viviamo eternamente con l'immagine di Maradona davanti agli occhi e quella maglia azzurra numero 10 che non verrà mai più assegnata. Ci aspettiamo che chiunque venga a Napoli raccolga quell'eredità di amore eterno lasciata dal Pibe de Oro. E puntualmente rimaniamo delusi. Altri Maradona non ce ne saranno!!!  
Però, di contro, abbiamo anche la capacità di saper reagire. SEMPRE. Incassiamo colpi ma ci rialziamo. "A nuje nun c'accir nisciun". Supereremo anche l'addio di Higuain (più che addio io la definirei fuga visto che è sparito e da giugno ad oggi non ha ancora detto una sola parola. Ha lasciato parlare il fratello/procuratore). Troveremo il modo di pensare nuovamente a tifare per la maglia azzurra senza pensare a chi la indosserà. Il tempo degli idoli e delle bandiere è finito. Da un pezzo. L'unica cosa che resterà sempre sarà la maglia azzurra.  

Fatta questa doverosa parentesi sul comportamento di Higuain, veniamo a quello che è il vero nocciolo della questione. Ossia il motivo per cui è andato via: non avere una squadra competitiva per vincere. Se per anni vengono disattese le promesse, uno poi si sente anche in diritto di mollare tutto e andare via. Il nostro abile "venditore di parole" sono anni che illude i tifosi prima ed i calciatori poi, su un fantomatico progetto vincente che non c'è. E' sempre incompleto. Si ferma, casualmente, sempre quando c'è da spendere una lira in più per completare l'organico. Imbastire una ROSA completa che permetta di puntare a VINCERE e non più arrivare secondi per partecipare alla Champions. L'unica cosa che al momento vedo vincente nella SSC NAPOLI, è la strategia delle plusvalenze. Vedi Lavezzi, Cavani, Higuain...per citarne solo alcuni. Ma questo è un progetto che a noi tifosi non interessa. E semmai fa solo incazzare. Vendere Higuain a quella che SOLO in TEORIA sarebbe una diretta avversaria per il titolo non è una strategia vincente. Ma parliamo per parlare perchè in tutta onestà tra i bianconeri e noi c'è un abisso in termini di qualità e quantità nella rosa
Siamo stufi di sentir parlare di bilancio in attivo. Tetto massimo agli ingaggi. Diritti di immagine. Parole...parole...parole...che servono solo a mascherare il business dell'imprenditore romano. Tante chiacchiere per celare, e ormai nemmeno più bene, quello che in realtà è il suo giocattolo portasoldi. Da tutta questa vicenda lui se ne vorrà uscire pulito dicendo che ha offerto un rinnovo a Higuain ma è voluto andare via! Sarà stata solo colpa di Higuain mentre lui vorrà sembrare ancora il benefattore

Lo stesso benefattore che non manca mai di ricordare che ha raccolto la Società in serie C, ha comprato i palloni e le divise perchè non avevamo nemmeno quelli. Ha portato la squadra in A, in Champions. Sant'Aurelio De Laurentiis insomma. 
Basta. Siamo stufi. I tifosi si sono stancati di sentirsi dire sempre le stesse cose. Due conti li riusciamo a fare anche noi e riusciamo anche a capire che quei quattro spiccioli investiti per formare la squadra in C1 ora sono diventati MILIARDI. E facendo un piccolo sforzo in più riusciamo anche a ricordare che molti dei soldi incassati con la cessione dei calciatori non sono stati reinvestiti per rinforzare la squadra o accrescere il famoso progetto vincente. Non saremo degli intenditori di alta finanza come il nostro caro Presidente ma abbiamo la passione per la squadra. Siamo tifosi. Ogni estate seguiamo il calciomercato. Ogni domenica vediamo la partita allo stadio o in tv. Leggiamo i giornali e ci informiamo quotidianamente su tutto quello che è inerente il Calcio Napoli. Vediamo con i nostri occhi che la squadra è spesso incompleta. Capiamo che qualche giocatore che poteva fare comodo all'allenatore e alla squadra non si riesce a prendere per la questione dei diritti di immagine, quindi tocca ripiegare su quella che è la terza o quarta scelta del mister in ordine di preferenza. Altrettanto facilmente riusciamo a comprendere che la nostra panchina è sempre cortissima e competere in campionato, Champions e volendo anche la Coppa Italia, è impossibile

Presidente, i tifosi non sono stupidi. E adesso iniziano ad essere anche un poco stanchi delle prese in giro. E siamo sempre di più quelli che sentono di non doverla più ringraziare per averci portato dalla Serie C alla Champions. Iniziamo a pensare che deve essere Lei a ringraziarci.

di Giuliano Bara  

 

 

Post più popolari