Tra le tante belle notizie che riguardano il Napoli, record di punti, vittorie esterne, gol stagionali, convocati in nazionale per i Mondiali, ecc. una notizia in questi giorni ha sollevato gli animi di chi ha sofferto, e sta soffrendo ancora, insieme a Ciro Esposito. Ha riaperto gli occhi, non più intubato per la respirazione artificiale, ha chiesto della mamma e la prima cosa che le ha detto è stata “non ho fatto nulla, mi ricordo solo che siamo stati inseguiti e dopo il nulla”.
Il nulla è quello che si sta verificando in questo periodo. Fateci caso. L’orrore, l’indignazione, i buoni propositi per debellare i fatti incresciosi visti all’Olimpico, mano mano stanno svanendo. Nessuno né parla più. Oggi, mio personale parere, si dirà qualcosa sull’esito del ricorso del Napoli contro le due giornate di chiusura dello stadio e poi come sempre andrà tutto nel dimenticatoio. I pensieri andranno al Mondiale, alle scelte di Prandelli, come giocherà la Nazionale. In quanti si ricorderanno che per la "disorganizzazione" Ciro Esposito non sente più le gambe? Chi di voi in questi giorni ha sentito parlare più del neonazista Daniele De Santis? Perchè a Roma, quello che riguarda il calcio sia chiaro, viene coperto e insabbiato?
Lo zio di Ciro in un’intervista si lascia andare ad un amaro sfogo "nessuno della Roma Calcio, della F.I.G.C., del Governo si è fatto sentire con noi, per conoscere le condizioni di salute del ragazzo”. De Magistris, sindaco di Napoli chiede a noi tifosi di essere superiori e rispondere con il tifo buono verso le infamità che subiamo in giro per l’Italia. Siamo d’accordo ma la domanda nostra nasce spontanea: paghiamo, subiamo, anche quando la colpa non è nostra, come possiamo uscirne da questa situazione? Resteranno sempre misteri. Noi cittadini, tifosi, non avremo risposta. Mai! Come può destare scalpore la vita di uno sventurato qualsiasi, se sono decenni che misteri più inquietanti non sono stati mai risolti? Conviene avere un Sud debole, dove spostare le attenzioni, per non aprire gli occhi su fatti più gravi che stanno destabilizzando un paese intero. Altre storie che non si capiranno mai fino in fondo.
Michel Platini, batte i pugni sul tavolo per degli stadi più moderni “non sono gli arbitri il problema del calcio italiano ma la violenza negli stadi e la si combatte con stadi all’avanguardia”. Verissimo! Ma...c’è un ma e se volete anche tanti se. A Torino, stadio ultramoderno, quante volte è stata squalificata la loro curva per insulti razzisti? Non mi sembra che al San Paolo di Napoli sia mai accaduto questo. A Palermo? Avete mai sentito curva chiusa per razzismo? A Catania? Mai! A Milano si! Verona e Bologna idem. Non vi risulta un po' strano? Non vi suggerisce niente questa cosa?
Pierluigi Collina, anch’ egli presente al Comitato Esecutivo Uefa, sposa l’idea che con l’aggiunta degli arbitri addizionali si potranno risolvere le beghe che riguardano l’uso della moviola in campo e quindi indurre meno malumori tra squadre, tifosi e società. Perdonatemi, ieri chi di voi ha seguito la finale di Europa League? I rigori del Benfica? Il portiere della squadra spagnola era fuori dalla linea di porta di ben 1 metro e mezzo (misura accertata con gli strumenti di Sky). Nessuno dei 6 arbitri presenti, nemmeno i giocatori portoghesi si sono accorti di questa cosa? E' una regola mondiale che il portiere può muoversi solo sulla linea di porta. Questo fa capire quanto siamo lontani da trovare una soluzione per combattere tutto quello che di marcio c’è nel calcio.
Anzi una soluzione ci sarebbe, da decenni. Applicare le leggi già esistenti riguardo la violenza, nello stadio e fuori, senza trovare cavilli burocratici per scagionare chi ha commesso reato. Ed una più facile, come succede a Napoli, ognuno pensi a tifare la propria squadra. L’avversaria? Una squadra da battere a suon di gol!
di Francesco Ricciuto
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