Nel giorno in cui il Re di Spagna
abdica per il figlio Felipe, la Spagna calcistica conclude un ciclo
durato 10 anni. Due europei e un campionato del
mondo. Ieri però la squadra di Del Bosque si è arresa al forcing, senza sosta, dei cileni. Giocatori, quelli della Spagna, che hanno vinto tutto con la loro nazionale e
con i propri club. Basti pensare che nella Liga: Barcellona, Real Madrid ed
Atletico si sono date battaglia fino all’ultima giornata. Ed
in Champions, le ultime due si sono affrontate per il trofeo europeo più prestigioso. Idem per la Coppa di Spagna.
Al Mundial però i calciatori di Del Bosque sono sembrati mentalmente vuoti e stanchi. Agli ordini di un allenatore, uomo di altri tempi, che ha puntato sulla vecchia guardia e si è fidato ancora una volta dei suoi ragazzi che per un
decennio lo hanno seguito. Era troppo tardi per portare al Mondiale calciatori giovani. I fatti non gli hanno dato ragione. La sensazione è che ci si trova davanti ad una nazionale tutta
da rifondare forse partendo dal mister in testa. Contro però c'era anche la formazione rivelazione del torneo brasiliano. Un Cile che non ti
aspetti, calcisticamente parlando, aggressivo. Corsa. Precisione. Due
tocchi e subito in contropiede. Trascinato da più 30.000
tifosi che fanno dell’orgoglio nazionale e popolare la loro arma in
più. Sono il dodicesimo uomo in campo. Sugli spalti, tra i cileni, ci sono anche
i minatori che rimasero imprigionati a 70 metri di profondità. Con loro hanno un’urna che contiene la terra della
miniera, simbolo della loro terra, prima di ogni partita della
Rojas (maglia rossa cilena) hanno un motto che recita: "per un cileno
niente è impossibile,abbiamo vinto la morte". Come puoi non dare
l’anima in mezzo al campo?
L’intero incontro è stato un
monologo. Spagna sovrastata in tutti i reparti. Umiliata nell'essenza. Il famoso (tikitaka) ieri non si è mai visto. Al contrario si sono fatti notare in campo, oltre a Sanchez, anche Vidal, Isla, ed Edu Vargas. Quest'ultimo più agile nel
muoversi, sempre presente in ogni azione di attacco. Suo il primo
gol, palla rubata a centrocampo da Vidal ed apertura per Sanchez che
mette in mezzo dove Vargas prima dribbla Casillas e dopo
insacca. Non sappiamo se De Laurentiis abbia
guardato la partita e che idea si sia fatto del cileno, ancora di
proprietà del Napoli. Sappiamo però che a Benitez non piace. A dirla
tutta ieri a parte il gol, ha mostrato ancora la sua lentezza nell’appoggiare, imprecisione nei passaggi. Ad ogni modo è pur vero che ha tanta voglia ed ampi margini di crescita. Il problema è che nei club fa fatica a trovare una giusta definizione ed a
esplodere definitivamente. Probabilmente perchè la frenesia del calcio moderno non permette ai giovani di maturare.
Delusione e amarezza per Pepe Reina e
Albiol. Fino a questo momento mai impiegati. E vista la scarsa forma di Casillas (volendo usare un eufemismo), una possibilità il numero uno azzurro la poteva
avere. Soprattutto con la sua bravura con i piedi poteva di sicuro
dare una mano in più ai compagni dei reparti avanzati, come succede a
Napoli. Sa lanciare in contropiede, direttamente dal rinvio, l’attaccante più lontano. Vedendo il non gioco della Spagna
poteva essere utilissimo. Anche Albiol qualche occasione in
più Del Bosque poteva concedergliela. Sergio
Ramos, Xabi Alonso, più fallosi che mai, non hanno dimostrato di meritare di più la maglia da titolare. Sempre fuori posizione e
mettendo sempre in guai seri il già bistrattato Casillas.
Nell’ultima giornata del Girone
B, dopo la vittoria pomeridiana dell’Olanda sull’Australia, ci sarà
lo scontro per il primo posto. Gli Orange contro le
"Rojas". Olanda-Cile, entrambe già qualificate . Alle ore 18:00 italiane, scenderanno in
campo altri due napoletani: Zuniga e Armero che cercheranno di portare tre punti preziosi in casa Colombia, battendo la rivelazione Costa D’Avorio. Alle 21:00 match clou
Uruguay-Inghilterra, squadre appartenente allo stesso girone
dell’Italia. Ci auguriamo che non ci sia nessun vincitore tra, così domani sera la nostra nazionale impegnata contro il Costa
Rica avrà meno pressioni.
di Francesco Ricciuto
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