I mondiali che le varie nazionali stanno disputando in questo periodo in Brasile, hanno una duplice importanza per i presidenti delle tante Società di calcio.
Sono un po' come gioie e dolori. Da una parte vorrebbero sfruttare al massimo la vetrina di questo torneo con la speranza che i propri tesserati, prossimi ad essere messi sul mercato, si mettano in mostra a tal punto da incrementarne il valore. Dall'altra cercano di anticipare gli acquisti dei calciatori desiderati dagli allenatori, per evitare improvvisi innalzamenti del prezzo. Tutto sommato, una logica contraddittoria delle intenzioni. Questo è quanto sta accadendo per il Napoli e a cui stiamo assistendo noi tifosi azzurri, quando si parla del cileno Edu Vargas.
E' noto il risultato tra il Cile e la Spagna, e soprattutto durante quella partita, il suo valore ha subito una certa impennata. Nei primi due matches della nazionale cilena, il giovane attaccante del Napoli ha saputo mettersi ben in mostra dispensando assist e gol. Escludendo le difficoltà incontrate non appena arrivato a Napoli, date dal nuovo tipo di calcio e dalla scarsa considerazione nei suoi confronti da parte del mister di allora, Walter Mazzarri, Edu Vargas non è nuovo a questo tipo di prestazioni e risultati. Non possiamo fare altro che assistere incuriositi al percorso che farà, in questo mondiale, il Cile, e al contributo che darà il giovane attaccante.
In queste ore circolano in rete, notizie che riferiscono di un Napoli intenzionato a venderlo, poiché non rientra nei piani tattici di Benitez. Ovviamente, per quanto accaduto in questi ultimi giorni in Brasile, il vice pallone d'oro sudamericano ha permesso a De Laurentiis di valutarne il cartellino 10-12 mln di euro, riuscendo a pareggiare la somma spesa quando fu acquistato. In ragione di ciò, nasce l'obbligo di un analisi. Il fatto che rappresenti un patrimonio, è un'idea forte nella mente di tantissimi tifosi azzurri. Nonostante sia stato girato in prestito, prima al Gremio poi al Valencia, ottenendo risultati più che soddisfacenti, ha permesso al calciatore di riacquistare quella continuità che, all'ombra del Vesuvio, aveva perso per i motivi che tutti conosciamo. Il cimentarsi, tra l'altro, in un campionato europeo, gli ha permesso di arricchire ancor di più il suo bagaglio di esperienze soprattutto in ambito internazionale. E' un attaccante molto veloce, abile nell'uno contro uno e con un forte desiderio e senso del gol.
Perché deve essere considerato la "gallina dalle uova d'oro" e non una validissima, alternativa ad Higuain? Secondo il mio modesto parere, sarebbe un'ottima occasione per mandare Zapata in prestito senza riscatto altrove per fargli fare esperienza. Ho sempre in mente l'esempio delle prime esperienze italiane di Lavezzi e di Sanchez. Entrambi hanno sofferto tantissimo nell'adattamento al calcio italiano. Infatti, il primo, al Genoa, dopo sei mesi fu rimandato in Argentina, mentre il secondo ha dovuto patire per due anni in panchina prima di esplodere durante la sua terza stagione all'Udinese. Sappiamo bene qual è stato, poi, il loro futuro. Ovviamente questa è un'analisi pressappoco profana e all'oscuro dei tanti retroscena che caratterizzano la permanenza o meno di un calciatore in una squadra, ma che, allo stesso tempo, vorrebbe vedere premiati calciatori giovani. Il più delle volte la "frenesia" del calcio moderno non concede ai nuovi talenti il tempo necessario per crescere ed adattarsi. Vengono quasi sempre "bruciati", in Italia almeno. Poi qualche club europeo invece li assiste così come meritano ed ecco che vengono fuori i campioni.
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