Qualcuno si è accorto che a Roma c'è stato un pazzo che ha sparato tra la folla, o questo è irrilevante?:NapoliMania

lunedì 5 maggio 2014

Qualcuno si è accorto che a Roma c'è stato un pazzo che ha sparato tra la folla, o questo è irrilevante?


Sono ormai passate più di 24 ore da quando la rabbia e la frustrazione hanno preso il sopravvento su di me, impedendomi di gioire e festeggiare per l'obiettivo raggiunto dalla mia squadra del cuore. Il Napoli torna a casa con la seconda Coppa Italia in tre anni. Non ci riesco perché il sentimento di libero cittadino è condizionato dai fatti e dai contorni che hanno segnato quella che doveva essere una bella giornata di festa e di sport. 

Il mio stato emotivo è molto provato. Ho bisogno di uno sfogo, di trovare le parole. Bisogna far si che la mia voce, associata a quella di tantissime altre persone, possa contribuire a far tanto  rumore da poter ottenere anche un solo granello di possibilità che qualcosa cambi. La rete, per l'appunto, può essere con i dovuti accorgimenti, con necessario equilibrio e tanta educazione, il giusto mezzo per arrivare ai tanti (con la speranza che tra questi tanti ci sia anche qualcuno con l'autorità tale da poter fare qualcosa di ancor più concreto). Come sono solito fare, non mi sono aggrappato alla prima notizia per sparar giù sentenze. Sta di fatto che dieci tifosi del Napoli sono stati portati in ospedale, di cui 3 colpiti da arma da fuoco. Sappiamo tutti che il bilancio è stato aggravato dal fatto che dei tre, un giovane tifoso di 30 anni circa ha avuto un proiettile conficcato nella spina dorsale fino a ieri sera (sui canali Sky riportano la notizia che l'intervento è riuscito e che bisogna aspettare di vedere come reagiranno gli arti). 

Dopo questa breve cronaca che sicuramente conosciamo tutti, ma, allo stesso modo, da tanti travisata e distorta per i soliti interessi giornalistici e commerciali, non posso fare altro che prendere atto che il sistema di tirare l'acqua al proprio mulino per prendere in giro l'intelligenza altrui  non può passare liberamente. E' incredibile pensare che un evento di una tale importanza da un punto di vista sportivo, di ordine pubblico e, perché no, anche mediatico, possa essere stato gestito al pari di una più semplice manifestazione studentesca. Non è possibile che migliaia di persone, provenienti da altre città, siano state lasciate libere di raggiungere lo stadio senza supporto delle forze dell'ordine. Soprattutto sapendo che tra la tifoseria napoletana e quelle capitoline non è mai corso buon sangue. Infatti, cosa è accaduto? Lo sappiamo tutti! A chi è accaduto? Ai tifosi fiorentini? Assolutamente no. Il mio non è uno sfogo a sostegno del tifoso napoletano finito sulle prime pagine di tutti i giornali e che ha occupato ore intere nelle trasmissioni televisive. Non devo necessariamente identificarmi in lui e certamente non avrebbe mai potuto rappresentare l'intera città di Napoli. Dico che ,probabilmente, romaniche se con modi e sistemi sbagliati, si è fatto portavoce di un disagio provocato, di sicuro, non dal popolo napoletano. Quello stesso disagio che ha fatto sentire tutti noi, presenti e non all'Olimpico, abbandonati. Cos'è successo subito dopo che quelle immagini hanno fatto il giro del mondo? La notizia è stata: "Il calcio in Italia è deciso da "Genny a carogna" che ha permesso di giocare la partita". Mi risulta, da come dicevano i vari organi di informazione, che le istituzioni avessero già deciso che non ci sarebbe mai stata la sospensione del match. Tuttavia il tam tam mediatico era già partito. 

E' assurdo come, in tutta Italia, da due giorni ormai, non si faccia altro che parlare del tifoso napoletano di cui sopra, dei lanci di petardi da parte dei partenopei, ma non si parla dei cori beceri da parte dei sostenitori viola accompagnati da altrettanti petardi. E ancora più mortificante è il fatto che del pazzo tifoso romanista che ha commesso il reato di "Tentato omicidio plurimo, con l'aggravante di essere un soggetto noto alle forze dell'ordine", e di ciò che ha provocato, non se ne parli quasi per niente. Come se ciò non debba uscire troppo fuori perché è Napoli che deve fare notizia e non la bella città di Roma. L'onorevole (se così vogliamo chiamarlo) Salvini, durante il congresso della Lega, ha continuato la sua campagna elettorale contro noti esponenti del governo usando come capro espiatorio "Genny a carogna" e mai il cosiddetto Gastone, tifoso romanista, che ha sparato contro un folto gruppo di persone, ferendone tre. Le televisioni sempre più faziose che non fanno più informazione pura ed imparziale ma quasi diffamazione nei confronti dei napoletani e mai di coloro che hanno commesso i veri reati.

Incredibile cosa possa succedere in questo paese, si passa da vittime a carnefici in un lampo. Premettendo e ribadendo che anch'io condanno il tifoso azzurro che innanzitutto indossava quella vergognosa maglia e per cui mi sento di chiedere scusa personalmente alla signora Raciti, la mia coscienza mi impone una domanda: per chi e per quanto tempo ancora noi napoletani dovremo fare da capro espiatorio? Quando riusciremo a vivere decentemente dei nostri pieni diritti di cittadini, senza essere sempre tacciati di vergognosi luoghi comuni che servono, a chi li urla, a nascondere i propri vergognosi difetti e che, a differenza di Napoli, non fanno notizia o non conviene che facciano notizia? Lo dice chi vive, per lavoro, in una città del nord Italia che non ha in più nulla di cui vantarsi rispetto a Napoli.                            

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari