Ci volevano i "tradimenti" di Higuain da una parte e Pjanic dall'altra
per far trovare i tifosi delle due squadre nuovamente vicini. Circola sul web da qualche giorno, infatti, la notizia di un possibile gemellaggio tra le tifoserie di Napoli e Roma. Non so quanto ci sia di vero ma a me piacerebbe davvero che lo fosse. Gemellaggio è una parola che, visti i recenti trascorsi, suona abbastanza "strana". Però non dimentichiamoci che anni addietro esisteva davvero il gemellaggio tra i tifosi del Napoli e della Roma.
Fino al 1987/88 Napoli e Roma, infatti, erano due tifoserie che andavano perfettamente d'accordo. Il "derby del sole" era una festa. Al San Paolo come all'Olimpico. Scambio di bandiere. Giro di campo nella pista d'atletica insieme. Sciarpe azzurre e giallorosse si mischiavano nelle curve. Il "Commando Ultrà della Curva Sud e quello della Curva B" andavano a braccetto. Volendo esagerare, si potrebbe dire che non era solo un evento calcistico. Era come il CentroSud d'Italia che si opponeva allo strapotere del Nord. Insomma...non si parlava affatto di agguati, risse, colpi di pistola o tutto quanto abbiamo vissuto nel recentissimo passato. E per circa un decennio è stato così. La rottura avvenne proprio nell'anno 87-88 quando le due squadre si affrontarono all'Olimpico. I giallorossi erano in vantaggio grazie a Pruzzo. Il Napoli ridotto in nove uomini per le espulsioni di Careca e Renica. Da un corner calciato da Maradona nacque l'occasione del pareggio firmato da Francini: 1-1. Salvatore Bagni pochi istanti dopo passò alla storia...Carico d'adrenalina, infatti, corse sotto la curva giallorossa facendo il classico gesto dell'ombrello. Il calciatore partenopeo motivò il gesto spiegando di aver udito cori irrispettosi dei tifosi della Roma nei confronti dei napoletani per tutta la partita.
La verità è che i rapporti si stavano già "deteriorando" da qualche tempo. Più precisamente da quando il Napoli acquistando Maradona era diventato il primo vero avversario delle squadre del Nord che dominavano il campionato rubando, di fatto, la scena alla Roma. E poi, non meno importante, fu l'acquisto da parte della società partenopea della bandiera laziale Bruno Giordano, odiatissimo (ovviamente) dai giallorossi. Il gemellaggio subì un duro colpo. Dalle curve non si sentivano più cori festosi ma piuttosto di disprezzo nei confronti di Giordano da una parte e di Bruno Conti dall'altra. Non avvenne più lo scambio di bandiere e gagliardetti ma, al contrario, dagli spalti piovevano oggetti contro i tifosi avversari. Era l'inizio della fine. Un disprezzo divenuto odio che è accresciuto nel tempo.
Fa strano parlare di bandiere e valori. Di calciatori che vivono un senso d'appartenenza fortissimo alla città nella quale giocano. Non ci sono abituato visto il calcio moderno. Il concetto di difendere la città io e i miei coetanei lo abbiamo vissuto con Higuain o Pjanic...è un attimino diverso. Però tra tutte le cose assurde mi potrebbe andare benissimo che per riavvicinare le tifoserie di Napoli e Roma ci siano voluti i tradimenti di questi due giocatori. Si, dall'altro lato, è un po' come dire il nemico del mio nemico è mio amico. Eticamente non è proprio corretto. Ma tanto stiamo parlando di cose strane. Assurde. Allora io coglierei questa assurdità al volo per mettere fine a una rivalità che francamente non condividevo già prima dei tragici fatti della finale di Coppa Italia. E' una rivalità stupida. Tra popoli (ancora prima che tifosi) che si assomigliano in molte cose. E poi a chi fa comodo tutta questa ostilità? A chi serve? Giova a qualcuno? Io credo di no. Da napoletano raccolgo immediatamente l'iniziativa nata sui social (ad opera di Tribù Giallorossa ad esempio) per mettere fine alle rivalità ed iniziare un nuovo gemellaggio tra le tifoserie già dal prossimo Ottobre quando al San Paolo si affronteranno Napoli e Roma.
Voi ci state?
di Giuliano Bara