"Lorenzo vieni con noi in Brasile". Queste le parole del C.T. Cesare Prandelli dette
con semplicità a Lorenzo il Magnifico. Possiamo immaginare la gioia dello scugnizzo napoletano. Il fratello Antonio rivela che, dopo le ultime scelte del mister
nazionale, tra allenamenti e l’amichevole con l’Irlanda, Lorenzo aveva già la
certezza di non fare parte della spedizione in Brasile. Ed invece: esclusi Rossi e
Destro. Il reparto offensivo della nazionale avrà a disposizione Insigne, Cassano, Immobile, Balotelli e
Cerci.
L’Italia "pallonara" già è divisa su queste
decisioni. Soprattutto su Pepito Rossi. Cinque mesi di inattività, ritornato sui campi da gioco da due, non hanno convinto Prandelli a convocarlo. Si può pensare anche che dopo
l’infortunio di Montolivo e Aquilani, il C.T. non abbia voluto rischiare ulteriormente. E’ vero che in ventuno gare disputate quest’anno ha realizzato sedici gol ma è anche vero che ogni anno ha subito innumerevoli infortuni che lo hanno
fermato sul momento più bello. Insigne, nonostante i test atletici superati alla grande, da
un paio di giorni viveva con l’incubo che il suo sogno non si sarebbe
realizzato. Sapeva che davanti la concorrenza era forte e spietata.
Era dal 1990 che un giocatore napoletano, proveniente dal
vivaio del Napoli, non indossasse la maglia della nazionale. L’ultimo, infatti, fu Ciro
Ferrara. Il presidente De Laurentiis felicissimo per la convocazione
del suo pupillo, su twitter, ha detto che investirà di più sul vivaio
azzurro facendo in modo di non rivolgersi sempre al mercato estero in cerca di
nuovi talenti. Cosa non facile. Ci vuole un lavoro certosino di tutto lo
staff napoletano, talent scout capaci di agire come quelli dell’Udinese ma
soprattutto avere il coraggio di investire sui giovani nati in casa. Il ripescaggio di Lorenzo, nella mente di Prandelli, ha una
sua logica: il finale di stagione in crescendo del napoletano, la sua duttilità
in campo, la capacità di coprire tutta la fascia sia in attacco
che in difesa, può fare anche la seconda punta alle spalle di
Balotelli, si sa inserire tra le linee come pochi e per finire la "cazzimma
napoletana" di non aver paura di nulla.
Se da un lato c è la gioia infinita di Insigne, dall'altro dobbiamo
registrare anche l’amarezza per Cristian Maggio. A lui sono stati preferiti Darmian, Abate, De Sciglio e Paletta. Senza essere tacciati per ciechi tifosi napoletani, vorremmo cercare di capire. Abate, quest’anno più in panchina che in
campo. De Sciglio, una partita si e l’altra pure si
infortuna. Darmian e Paletta, senza nessuna esperienza internazionale. A questo punto non era meglio
portare un vice campione di Europa come Maggio, con l’esperienza internazionale
sia con il Napoli sia con la nazionale stessa? Forse a suo sfavore hanno inciso gli infortuni patiti
quest’anno e la nuova collocazione di ruolo nel Napoli voluta da Benitez.
La nuova posizione tattica, in particolare, è argomento di discussione già da tempo ormai. Si arriva anche a pensare che sarà l’addio di Cristian Maggio
alla maglia azzurra, quella del Napoli, anche per questo motivo. Oltre che per un ricambio generazionale che permetta a don Rafè di applicare meglio i suoi schemi. Staremo a vedere.
di Francesco Ricciuto
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