Diecimila persone a Scampia per l'ultimo saluto a Ciro:NapoliMania

sabato 28 giugno 2014

Diecimila persone a Scampia per l'ultimo saluto a Ciro

Scampia, venerdi 27 giugno 2014. Una data da ricordare. Un giorno che, ci auguriamo, segni la svolta in un paese in cui il gioco del calcio ha perso completamente la sua ragione d'esistere. Funerali di Ciro Esposito, 10.000 persone a rendergli omaggio. C’erano le tifoserie di Napoli, Fiorentina, Catania, Siena, quella tedesca del Borussia Dortmund, Lecce, Ancona, Genoa, Pescara, Palermo, Atalanta, Lazio. C’era il presidente De Laurentiis con una delegazione di giocatori azzurri, tra questi Insigne. C’era il sindaco De Magistris, Giovanni Malaga, c’erano tutti. La camera ardente attrezzata nella piazza principale di Scampia. I funerali svolti secondo il rito Evangelista, sotto un gazebo c’era la salma di Ciro. A turno, amici, parenti e amanti dello SPORT in generale, secondo il rito religioso, rendevano omaggio alla famiglia. 

Un paradosso visto sui canali Sky: c’erano le forze dell’ordine, troppe...tante…con telecamere attrezzate con il sistema Skypenn, pronte ad intervenire in caso di subbugli ed incidenti…forse pensavano di stare a Tor di Quinto?! Dove si trovavano durante il percorso dei pullman dei tifosi del Napoli verso l'Olimpico quel maledetto giorno? Adesso vogliono far sentire la loro presenza? Anche stavolta hanno trovato la vera civiltà napoletana. Dalle analisi dell’ultima autopsia, è stato rilevato che il De Santis ha sparato ad altezza uomo e alle spalle, da vero infame. Ma lasciamo perdere la polemica. Questo non è il giorno per le polemiche. E' il giorno dell'eroe Ciro Esposito, morto per essere andato in difesa di ragazzini e bambini bersagliati dal lancio di fumogeni e bombe carta per opera di "tifosi" della Roma mentre si trovavano fermi al semaforo nel pullman che li stava conducendo allo stadio.
Prende la parola il presidente del Napoli "Con la morte di Ciro è morto il calcio italiano. Cari familiari è durissimo. Quando viene a mancare un figlio viene a mancare la parte migliore di noi, però la signora Antonella ha avuto forza in questa Italia che ha perso totalmente i valori e dove negli ultimi trenta anni abbiamo vissuto la mappa degli scandali. E da qui, da un luogo così difficile come Scampia nasce oggi la speranza e la limpidezza di una donna che pur perdendo l'amore più grande, parla di perdono e di correttezza. Una mamma che nonostante la tragedia non perde i suoi valori morali. In quel terribile 3 maggio  - continua De Laurentiis - al ritorno della squadra mi chiesero di portare la Coppa a Napoli, ma che valore aveva portare quel trofeo? Noi i trofei vogliamo vincerli a testa alta, con onore e col rispetto che meritiamo. Viviamo in un Paese spaccato dal campanilismo e dalla rivalità, ma noi siamo tutti italiani, figli della stessa terra. Quella notte della finale Ciro ha difeso un pullman pieno di bambini e di famiglie che stavano andando allo stadio. Con la morte di Ciro è morto il calcio italiano. Spero che questa tragedia possa servire a ritrovare i valori sani, ritrovare un' identità e far ripartire nella maniera sana il nostro sistema calcio. La commozione non mi permette di proseguire, scusatemi. Abbraccio la mamma, il papà e tutta la famiglia di Ciro".
Tocca a Simona, la fidanzata di Ciro, a stento riesce a parlare. Dolore e pianto hanno preso il sopravvento "Basta violenza nel calcio, Ciro era un ragazzo che amava il Napoli, non facciamo violenza in nome suo, lo uccideremmo un’altra volta". Si susseguono le emozioni in piazza, la rabbia è tanta come il dolore. Nei gruppi organizzati si è sparsa la voce che c’è anche Genny De Tommaso, per me la carogna è De Santis non lui. Ancora a parlare di lui, ancora lui il responsabile di tutto. Trovatemi voi la sua colpa…la maglietta? Va bene, però poi andiamo a casa dei nostri onorevoli leghisti e ci facciamo spiegare se sanno che esiste il vilipendio alla bandiera, tanto per citare qualche loro "goliardata". Il sindaco di Napoli va dritto al cuore del problema, scaldando la folla presente: "Deve pagare non solo chi ha causato la morte di Ciro ma anche chi non ha provveduto al servizio d’ordine quel maledetto 3 maggio. Deve pagare il questore di Roma che sapeva dell’esistenza in quella zona del circoletto del De Santis, deve pagare il Prefetto di Roma che non ha imposto un servizio d’ordine all’altezza dell’evento"

E’ il momento di Giovanni Malagò, accanto ad Antonella, mamma di Ciro "in due minuti vicino ad Antonella ho capito che avevo a che fare con un gigante di dignità, bontà ed amore verso il prossimo. Facciamo in modo che della morte di Ciro non se ne parli solo adesso o domani o tra un’anno...ma che sia da lezione...per il calcio non si muore". Qualche istante prima dell'ultimo saluto a Ciro per le strade di Scampia, è lei a prendere la parola. Antonella, la Mamma Coraggio: "Abbiamo tanto pregato io e mio figlio e dopo la preghiera su di noi è scesa la pace. Prego ancora perché il sacrificio di Ciro non sia vano, che tutte le tifoserie d’Italia si uniscano, ognuno sotto la propria bandiera e con il proprio tifo ma accumunati tutti dal rispetto del prossimo, basta violenza nel calcio".

di Francesco Ricciuto

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