Scampia, venerdi 27 giugno 2014. Una data da ricordare. Un giorno che, ci auguriamo, segni la svolta in un paese in cui il gioco del calcio ha perso completamente la sua ragione d'esistere. Funerali di Ciro Esposito, 10.000
persone a rendergli omaggio. C’erano le tifoserie di
Napoli, Fiorentina, Catania, Siena, quella tedesca del Borussia
Dortmund, Lecce, Ancona, Genoa, Pescara, Palermo, Atalanta, Lazio. C’era il
presidente De Laurentiis con una delegazione di giocatori azzurri, tra
questi Insigne. C’era il sindaco De Magistris, Giovanni
Malaga, c’erano tutti. La camera ardente attrezzata nella
piazza principale di Scampia. I funerali svolti secondo il rito
Evangelista, sotto un gazebo c’era la salma di Ciro. A turno, amici, parenti e amanti dello SPORT in generale, secondo il rito religioso, rendevano omaggio
alla famiglia.
Un paradosso visto sui canali
Sky: c’erano le forze dell’ordine, troppe...tante…con telecamere
attrezzate con il sistema Skypenn, pronte ad intervenire in caso di
subbugli ed incidenti…forse pensavano di stare a Tor di Quinto?! Dove si trovavano
durante il percorso dei pullman dei tifosi del Napoli verso l'Olimpico quel maledetto giorno? Adesso vogliono
far sentire la loro presenza? Anche stavolta
hanno trovato la vera civiltà napoletana. Dalle analisi dell’ultima
autopsia, è stato rilevato che il De Santis ha sparato ad altezza
uomo e alle spalle, da vero infame. Ma lasciamo perdere la polemica. Questo non è il giorno per le polemiche. E' il giorno dell'eroe Ciro Esposito, morto per essere andato in difesa di ragazzini e bambini bersagliati dal lancio di fumogeni e bombe carta per opera di "tifosi" della Roma mentre si trovavano fermi al semaforo nel pullman che li stava conducendo allo stadio.
Prende la parola il presidente del Napoli "Con
la morte di Ciro è morto il calcio italiano. Cari
familiari è durissimo. Quando viene a mancare un figlio viene a
mancare la parte migliore di noi, però la signora Antonella ha avuto
forza in questa Italia che ha perso totalmente i valori e dove negli
ultimi trenta anni abbiamo vissuto la mappa degli scandali. E da qui,
da un luogo così difficile come Scampia nasce oggi la speranza e la
limpidezza di una donna che pur perdendo l'amore più grande, parla
di perdono e di correttezza. Una mamma che nonostante la tragedia non
perde i suoi valori morali. In
quel terribile 3 maggio -
continua De Laurentiis - al
ritorno della squadra mi
chiesero di portare la Coppa a Napoli, ma che valore aveva portare
quel trofeo? Noi i trofei vogliamo vincerli a testa alta, con onore e
col rispetto che meritiamo. Viviamo in un Paese spaccato dal
campanilismo e dalla rivalità, ma noi siamo tutti italiani, figli
della stessa terra. Quella notte della finale Ciro ha difeso un
pullman pieno di bambini e di famiglie che stavano andando allo
stadio. Con la morte di Ciro è morto il calcio italiano. Spero che
questa tragedia possa servire a ritrovare i valori sani, ritrovare
un' identità e far ripartire nella maniera sana il nostro sistema
calcio. La commozione non mi permette di proseguire, scusatemi.
Abbraccio la mamma, il papà e tutta la famiglia di Ciro".
Tocca a Simona, la fidanzata di Ciro, a
stento riesce a parlare. Dolore e pianto hanno preso il sopravvento "Basta violenza nel calcio, Ciro era un ragazzo che amava il
Napoli, non facciamo violenza in nome suo, lo uccideremmo un’altra
volta". Si susseguono le emozioni in piazza, la
rabbia è tanta come il dolore. Nei gruppi organizzati si è sparsa la
voce che c’è anche Genny De Tommaso, per me la carogna è De Santis
non lui. Ancora a parlare di lui, ancora lui il
responsabile di tutto. Trovatemi voi la sua colpa…la maglietta? Va bene, però
poi andiamo a casa dei nostri onorevoli leghisti e ci facciamo
spiegare se sanno che esiste il vilipendio alla bandiera, tanto per
citare qualche loro "goliardata". Il sindaco di Napoli va dritto al cuore
del problema, scaldando la folla presente: "Deve pagare
non solo chi ha causato la morte di Ciro ma anche chi non ha
provveduto al servizio d’ordine quel maledetto 3 maggio. Deve pagare
il questore di Roma che sapeva dell’esistenza in quella zona del
circoletto del De Santis, deve pagare il Prefetto di Roma che non ha
imposto un servizio d’ordine all’altezza dell’evento"
E’ il
momento di Giovanni Malagò, accanto ad Antonella, mamma di Ciro "in
due minuti vicino ad Antonella ho capito che avevo a che fare con un
gigante di dignità, bontà ed amore verso il prossimo. Facciamo in modo che della morte di
Ciro non se ne parli solo adesso o domani o tra un’anno...ma che sia da
lezione...per il calcio non si muore". Qualche istante prima dell'ultimo saluto a Ciro per le strade di Scampia, è lei a prendere la parola. Antonella, la Mamma Coraggio: "Abbiamo
tanto pregato io e mio figlio e dopo la preghiera su di noi è scesa
la pace. Prego ancora perché il sacrificio di Ciro non sia vano, che
tutte le tifoserie d’Italia si uniscano, ognuno sotto la propria
bandiera e con il proprio tifo ma accumunati tutti dal rispetto del
prossimo, basta violenza nel calcio".
di Francesco Ricciuto
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