Catania-Napoli non è stata solo la gara in cui gli azzurri hanno ritrovato gol, vittoria ed il rilancio di calciatori finora in ombra. Da tifoso ovviamente ho apprezzato tutto questo. Ma c'è stato anche dell'altro che mi ha reso orgoglioso di essere supporter partenopeo. Ed è quanto ho potuto vedere sugli spalti del Massimino. Uno spettacolo emozionante. Il legame che c'è tra
la tifoseria partenopea e quella etnea è qualcosa che andrebbe menzionato nei libri. Lo sport è questo! E' di questo che bisognerebbe parlare e non di altri episodi che, purtroppo, di frequente occupano intere ore nelle trasmissioni televisive.
Il gemellaggio tra le tifoserie trae le sue radici da un carattere vulcanico, influenzato da ciò che tutti noi
rispettiamo e che ci caratterizza: "Il
Vesuvio e l'Etna". Chi
mi conosce o ha semplicemente letto i miei precedenti post, sa
quanto tengo all'idea del calcio e quindi dello sport come mezzo per
educare all'agonismo, alla corretta considerazione e rispetto degli
avversari in quanto tali e non all'odio. "Ma
poi, odio verso chi e per cosa?"
Non
sono esente da passate reazioni istintive ed orgogliose quando ho
assistito a scene a dir poco ignoranti. Ma poi capita di vedere
spettacoli come quello visto sugli spalti del Massimino e torna alla mente il valore dello sport.
Tutto
ha avuto inizio con il noto "Terzo
Tempo". Uno scambio di cortesie tra
persone oltre che tifosi, in giro per le vie della città, con addosso i colori della propria fede. Inteso però non come un qualcosa che divide, o peggio ancora un fattore di rischio ma come segno di riconoscimento mirato a ricevere dai padroni di casa un
caloroso benvenuto. Ricordate
cosa è accaduto quando i supporter del Borussia Dortmund sono
sbarcati a Napoli? I tifosi napoletani avvicinavano i tedeschi, seduti ai tavoli dei
bar, chiedendo di condividere una birra. Foto
di gruppi di persone delle tifoserie contrapposte, sul lungomare di
Mergellina, mescolate tra di loro, tutti col sorriso sulle labbra e
con la stessa smania di gioire perla vittoria della propria squadra. Ecco. C'è un particolare che forse non tutti sanno. Il
gemellaggio tra gli azzurri e i gialloneri è stato reso possibile
grazie all'intercessione proprio dei tifosi del Catania, ormai da
tempo uniti ai tedeschi. "Onore
a coloro che sono partiti da Dortmund per unirsi ai partenopei
durante la partita contro il Porto".
Ritorniamo
al match del Massimino. Prima
durante e dopo la partita, la favolosa sfilata di striscioni a
sostegno di quel legame: "Etna saluta
fratello Vesuvio", oppure "Mio fratello è partenopeo"
e così via. Perchè
tutte queste parole? Credo
che ognuno di noi debba sentirsi responsabile di ogni forma di
crescita, ed io, sapendo che quando mi capita di leggere certi
striscioni di cattivissimo gusto o sentire determinati
cori che esulano da ciò che è il tifo per la propria squadra,
inizia a ribollirmi il sangue nelle vene. Ed è per questo che colgo l'occasione per lanciare delle "provocazioni".
A
differenza di quanto cercano di sostenere esponenti di tifoserie di
altre squadre, vorrei ricordare che la violenza, la discriminazione, l'odio non fanno parte del supporto alla squadra. Del tifo! Gli "afecionados" napoletani incitano i propri beniamini, li raggiungono in ogni città del
mondo e, soprattutto, permettono a tanti bambini e ragazzini di
vivere quella magica sensazione che si prova salendo le scale per raggiungere il settore contrassegnato sul biglietto. E poi l'emozione più grande. Quella che si prova nell'oltrepassare il varco e che fa spalancare così tanto gli occhi per il desiderio
di ammirare quello spettacolo che racchiude il terreno di gioco e
tutti gli spalti che lo circondano. Un tuffo al cuore amplificato quando tutto ciò accade le primissime volte. Devo
ammettere che capita anche a me pur non essendo più piccolo.
Un
altro esempio di civiltà è stato manifestato da tifosi del Torino
che, qualche settimana fa, hanno preso le distanze da un numero
limitato di pseudo sostenitori che hanno offeso, ingiuriato e minacciato Napoli ed i napoletani.
Confesso un pensiero che ho da diverso tempo. E' noto ai più il gemellaggio
con i tifosi del Genoa ma non mi dispiacerebbe si creasse un asse: TORINO-GENOVA-NAPOLI-CATANIA, tutte squadre con
una storia immensa e che avrebbero il potere di
influenzare positivamente lo stile ultras. Dice
un noto comico: "Basta poco che ce vo? "
di Luigi Vollero
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