Juve-Napoli, 9 novembre 1986: genesi di un sogno vissuto in prima persona:NapoliMania

giovedì 29 maggio 2014

Juve-Napoli, 9 novembre 1986: genesi di un sogno vissuto in prima persona

Per noi napoletani la partita contro di “loro” non è mai una partita di campionato qualsiasi, è LA partitaE’ il sud contro il nord. La classe operaia contro i borghesi. E' la partita di chi culla un sogno e chi invece, fa delle vittorie un proprio modo di essere. Si partiva da Napoli con i famosi "treni azzurri" sia dalla Stazione Centrale di Piazza Garibaldi sia da Campi Flegrei. La partenza era programmata il pomeriggio tardi o la notte, l’inizio delle partite era alle 14:30. E 30 anni fa non c’erano frecce rosse o pendoliniA vista d’occhio c’erano non meno di 20 treni. Il problema consisteva nel fatto che la gente che saliva sul treno era circa 30.000 persone. Chiedevo a mio padre, in mezzo a quella marea azzurra, come avremmo fatto a starci tutti.  "Nun te preoccupà aropp 10 minuti che è partito, stamm bbuono".

Mi fidavo ma allo stesso tempo avevo preoccupazione. Non ricordo mai di aver visto tanta gente radunata, vociante, urlante, contenta, nello stesso  posto e nello stesso momento. Forse solo alla vittoria del Mundial 1982..ma quello era un mondiale!!
Stazione Centrale. Si parte. Tifosi che salutano tutti con le loro bandiere e con le sciarpe chiunque passasse. Dovevamo chiamarli, farci sentire, farci vedere. Papà: "tra 5 minuti c’assettamm meglio".  Si perchè nei treni, oltre alle poltrone, la gente stava in piedi. In fila per tre nel corridoio, nei bagni, negli interspazi tra vagoni, sopra i poggia bagagli. Otto minuti di viaggio: stazione di Napoli-Campi Flegrei, ultima fermata prima di arrivare a Torino. Papà: "affacciat e vir". C'erano tutti quelli che stavano "appesi" negli altri treni, degni dei migliori film in cui i nostri avi partivano per l’America. L’importante era far vedere che si andava a Torino, che si era partecipi, si era in prima fila. Il viaggio andò liscio. Non c’erano tablet e cellulari, si parlava con chiunque, anche se era un perfetto sconosciuto. Arrivati a Torino ci dirigemmo verso il vecchio Comunale, alle 12:00, lo stadio era pieno. Tranne la loro curvaLa nostra curva si colorò d'azzurro. C'era solo l'azzurro, nessun altro colore. Ore 14:25 scendono in campo le due squadre

Questo il Napoli:
Garella, Bruscolotti, Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica, Sola, De Napoli, Giordano, Maradona, Romano. Allenatore BianchiOre 14:30 inizia la PARTITA!

Le due squadre si studiano ma sono loro a comandare il gioco. In curva si canta, ma si canta con la voce strozzata. La paura di perdere è tanta ed ogni volta che vengono avanti è un sussulto. Guardo il mio vicino in cerca di conforto: "noo ma c’ hann fa, nun cè fann paura" (non ci possono fare nulla, non abbiamo paura di loro) intanto suda. 
Diego fa una magia dopo un calcio di punizione, la barriera respinge il suo tiro, ma con una mezza rovesciata a volo tira nuovamente con potenza. Tacconi è attento. L’impressione è che ai bianconeri quel ritmo è congeniale. Il primo tempo finsce 0-0. Guardo lo stadio, più lo guardo più mi accorgo che c’è qualcosa che non mi torna…a parte la loro curva. Nella ripresa, dopo dopo 5 minuti di gioco, Laudrup infila Garella: 1-0 per loroVi giuro, solo 20 secondi di sconforto. Al gol bianconero capiamo che il Napoli porta a casa la vittoriaIniziamo a cantare con tutte le forze, da quel momento in poi c'è una sola squadra in campo: il Napoli!!
L’impressione è che se i bianconeri non avessero segnato, il Napoli se ne sarebbe stato per i fatti suoi. Il pareggio a Torino può andare bene.  Ottavio Bianchi, silenzioso mister azzurro, toglie Sola, difensore, mette Andrea CarnevaleLi chiudiamo nella loro area. La  voglia di gol nostra e dei giocatori è la stessa, siamo un’unica cosa.

Il pareggio arriva da chi potevamo aspettarcelo di meno: Moreno Ferrario. La sua fama è più di autore di autogol. La palla rimbalza in area tra non meno di 10 giocatori, nessuna la prende. Arriva lui, con il tiro più brutto di sempre e la mette dentro! Ricordate che c’era qualcosa che non quadrava? Al gol, oltre la gioia della nostra curva, si alzano dal settore distinti, tanti tifosi napoletani che fino a quel momento non avevo visto. Ma il pareggio non è che l'inizio. Il Napoli continua a spingere, correre, lottare. Bagni, De Napoli e Romano s'impadroniscono di ogni palla che passa nelle loro zone di competenza. La nostra curva zittisce uno stadio intero.  Sembra passata un’eternità dal pareggio ma è solo un solo minuto e mezzo. Da calcio d’angolo, proprio sotto la nostra curva, Diego la mette in mezzo per Renica che prolunga la traiettoria per Giordano che con un tiro al volo buca la porta di Tacconi: 1-2 per il Napoli. Non ricordo quanti minuti ho urlato senza mai fermarmi "Gooool". Non ricordo chi abbracciavo, dove stavo. So solo che di fronte a me si stava concretizzando la soddisfazione più grande.

Dal settore distinti che vi raccontavo prima, sparuti tifosi azzurri visti al primo gol, adesso si fanno notare per tre/quarti del settore. In piedi ad urlare. E non è finita qua. Bianchi sostituisce Ciccio Romano per Volpecina, forse già sapeva.. Con il più impietoso dei contropiedi, Carnevale lancia Volpecina che con il sinistro insacca: 1-3 a Torino contro la Juventus!!! In quel preciso momento ho capito che non era più il Comunale di Torino ma di Napoli. Il settore distinti è completamente azzurro, in tribuna tutti ad applaudire e gioire insieme a noi. Nella nostra curva c’è il delirio totale. Dietro la porta bianconera, nel campo, ci sono non meno di 30 persone impazzite di gioia. 

Era novembre, mancava tanto alla fine del campionato. Ma a Torino ci fu la certezza, che lo scudetto, era alla nostra portata. O’ surdate nnammurato echeggiava in tutta Torino. Sono sicuro al 100%, che l’abbiamo sentita cantare anche a “loro”. Lascio a voi l’immaginazione del viaggio di ritorno...

di Francesco Ricciuto

2 commenti:

  1. Ero in curva al Comunale in cima, in cima .Al gol di Giordano mi sono ritrovato nelle prime file! Un'emozione incredibile! Di quella partita mi è rimasta impressa l'espressione di Ferrara che incredulo guarda Maradona come a dirgli è vero o è un sogno?

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  2. Assistere ad una partita del genere credo sia stata la soddisfazione più grande in assoluto. Non che non ce ne potranno essere altre ma saranno sicuramente diverse.

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